I PROCESSI PSICHICI NEL PERIODO PERINATALE
Con il termine periodo perinatale si definisce il periodo che va dall’inizio della gravidanza alla nascita del bambino fino al compimento del suo diciottesimo mese.
Nel periodo perinatale entrambi i geniotri, ma il particolare la donna, devono affrontare molti cambiamenti psicologici.
L’accesso alla genitorialità implica un “lutto evolutivo”, la possibilità cioè di abbandonare l’identità di figli e di assumersi quello di genitore, proprio per questo comporta una potenzialità depressiva.
Sono diversi i meccanismi che entrano in atto in questo delicato periodo nella donna come anche nell’uomo.
Il processo di genitorialità riattiva diversi lutti del passato che non si sono potuti ri-elaborare. Si tratta di lutti reali, come può accadere con la perdita di un genitore, e di lutti fantasmatici, relativi cioè a immagini idealizzate di sé e/o dei propri genitori.
Tutto questo processo comporta una grande fatica, in particolare per la donna, e può fare emergere momenti di fragilità che, nei casi più significativi, possono sfociare nella depressione, in somatizzazioni (con rischi di parti prematuri) e in un generale senso di ansia rispetto all’evento della gestazione e della nascita del bambino. Tali meccanismi si possono innescare anche quando la donna ha già avuto altri figli poiché ogni nuova nascita comporta sempre nuove dinamiche relazionali ed intrapsichiche.
IL BAMBINO IDEALIZZATO E IL BAMBINO REALE
Quando il bimbo viene alla luce i genitori attuano una serie di proiezioni nei confronti del figlio; tali proiezioni possono essere positive e idealizzanti, negative, (nei casi più complessi) oppure realistiche, tenere cioè conto delle reali caratteristiche del bambino.
Il bambino ideale e idealizzato deve lasciare spazio al figlio reale, ma non sempre questo meccanismo avviene in modo scontato. Talvolta i genitori possono entrare in crisi e provare difficoltà ad affrontare questo passaggio psicologico, anche quando il bimbo che nasce è sano.
Possono subentrare in questo caso sensi di inadeguatezza e colpa per le emozioni che si provano in relazione al figlio. Nei casi più gravi, quando esiste già una fragilità di base, queste difficoltà possono trasformarsi in vere e proprie malattie.
Nella maggioranza dei casi questo non succede; i genitori e la coppia trovano naturalmente un nuovo adattamento psicologico e relazionale per fare spazio al nuovo arrivato.
In questo periodo la psiche dei genitori, ed in particolare quella della madre, è particolarmente recettiva e capace di entrare in contatto con contenuti psichici che generalmente sono protetti dalla rimozione. E’ quindi un periodo di particolare fragilità ma anche di potenzialità trasformative, che offre la possibilità alla madre e al padre di lavorare sui propri conflitti intrapsichici con l’obbiettivo di trovare un nuovo equilibrio nel rapporto con se stessi, il partner e il nascituro.
PSICOTERAPIA CENTRATA SULLA GENITORIALITA’
In caso di difficoltà può essere necessario l’intervento di un terapeuta per aiutare i genitori ad elaborare le difficoltà che vengono attivate dalla gravidanza e dall’arrivo del bambino. Nei casi meno complessi puo’ essere sufficiente una psicoterapia breve centrata sula genitorialità.
La diade madre-bambino (o anche padre-bambino) si definisce infatti come un neo-sistema originale relativamente indipendente dal funzionamento globale del genitore. Questo significa che una donna puo’ avere delle problematiche psicologiche che scaturiscono solamente in relazione alla gravidanza ed essere per il resto in equilibrio. L’intervento terapeutico, in questo caso, si concentrerà su questa particolare dimensione della vita della donna o della coppia e potrà essere limitato nel tempo.
Il periodo perinatale è quindi molto delicato ma anche ricco di possibilità evolutive che i geniotri possono cogliere al fine di trovare un nuovo equilibrio per sé, per il loro bambino e in relazione al proprio compagno o alla propria compagna.
Un intervento precoce è fondamentale e può aiutare la donna, l’uomo e la coppia a recuperare e mobilitare le proprie risorse in relazione all’arrivo del nuovo nato.