LA MALATTIA E’ ISOLAMENTO E CHIUSURA AL MONDO E ALLE RELAZIONI
Room racconta una storia terribile, tratta da un evento realmente accaduto, che nessuno può comprendere fino in fondo, se non i protagonisti reali degli eventi.
Room, oltre ad essere una storia vera, rappresenta anche una metafora molto calzante della malattia mentale: un disagio serio, come lo possono essere una grave nevrosi o un disturbo depressivo importante.
IL FILM
“Stanza” è il luogo in cui Jack e “Ma” vivono da molti anni. Ogni mattina madre e figlio si alzano, fanno ginnastica e compiono gesti quotidiani, ripetuti, giorno dopo giorno, sempre uguali. Di notte Jack si nasconde nell’ armadio quando arriva Big Joe, rapitore e violentatore di Ma.
Ma e Jake vivono l’uno per l’altro, aggrappati al loro amore, ma mentre Ma conosce la verità del mondo fuori dal capanno in cui è imprigionata, il figlio conosce un’unica realtà, quella della stanza in cui nato e cresciuto.
Quando il bambino compie 5 anni sua madre capisce che il figlio è ormai in grado di comprendere il “mondo fuori” ed inizia quindi a spiegarglielo. Dapprima Jack è incredulo, poi inizia a dare spazio alla possibilità che esista una realtà alternativa a quella del capanno in cui vive insieme alla donna.
IL PERSECUTORE INTERNO
La stanza è il luogo in cui la donna è rinchiusa dal suo terribile aguzzino ma anche, in senso figurato, il luogo oscuro della malattia che isola dal mondo. Il violentatore può essere infatti, in una lettura simbolica, una parte interiorizzata della nostra personalità, un persecutore interno. Un maschile che tiene in scacco le energie relazionali della donna o un evento fortemente traumatico rimosso che impedisce di vivere in modo libero.
IL FIGLIO INTERNO
Nella sua prigione Ma ha qualcuno di cui prendersi cura, una parte di sé molto fragile ma anche piena di vitalità ed energia. Jack è il frutto stesso della violenza subita ma rappresenta anche una parte di sé fragile che va protetta. La donna cresce con amore questa parte di sé fino a quando non sente che è possibile metterla in contatto con il mondo. Il figlio rappresenta le potenzialità di Ma, la sua possibilità di tornare libera. La stanza è la metafora della malattia, di una situazione esistenziale che imprigiona la vita in schemi angusti e ripetitivi. La stanza, paradossalmente, è un luogo che nonostante la sua durezza, protegge dal mondo e dalla sua imprevedibilità. Per trovare il coraggio di uscire dalla stanza occorre coltivare con costanza ed amore una parte di sé sana, il proprio bambino interiore.
LA PAURA DEL CAMBIAMENTO…LA STANZA IMPRIGIONA E PROTEGGE
All’inizio la sola idea di riuscire a scappare dalla stanza sembrerà assolutamente folle ed insensata; solo, a poco a poco, potrà crescere la voglia e la forza di farlo. Il mondo fuori non può che spaventare dopo molti anni di isolamento. Così, quando si è profondamente depressi, o rinchiusi in fobie ed ossessioni, è difficile poter immaginare di vivere in modo diverso.
Liberarsi dalle proprie paure e dai propri schemi relazionali malati non è mai facile, la stanza rappresenta la difesa che si oppone al cambiamento. Una prigione che è, al contempo, un posto famigliare e privo di complicazioni. Il fuori è invece un’incognita, la sua luce può accecare, i batteri ci possono assalire. Dopo una lunga permanenza nella stanza uscire può essere molto pericoloso poiché rappresenta la possibilità di essere nuovamente vulnerabili ed esposti al giudizio degli altri. La violenza dell’aguzzino ormai è nota e, per quanto sia terribile, rappresenta un riparo dalle sofferenze della vita, dal giudizio di noi stessi o di chi ci vuole bene.
Talvolta, quando si tenta di cambiare, sono proprio le persone che ci sono più vicine a non comprendere i nostri nuovi comportamenti. Può capitare, inoltre, che appena usciti ci colga un profondo disorientamento al pensiero di tutto quello che c’è stato fuori mentre si era rinchiusi. I sette anni in cui la protagonista è stata rinchiusa rappresentano simbolicamente un ciclo di vita, un numero significativo per l’esistenza della donna.
Uscire dalla nevrosi può spaventare ed è indispensabile fare appello alla propria forza interiore, a quell’ energia che si è coltivata nei momenti di chiusura, magari con l’aiuto di un bravo terapeuta, per tornare a vivere.
LA MALATTIA COME OPPORTUNITA’
Ma, ormai libera, vive un momento di crisi e Jack, il figlio, si taglierà i capelli e glieli manderà per ricordarle la forza che essi rappresentano. Nei lunghi anni della prigionia i capelli del bambino non sono mai stati tagliati, sono cresciuti e si sono rafforzati.
Nel corso di una grave malattia mentale vi è la necessità di un ritiro dal mondo, un calo energetico che costringe a chiudersi in se stessi. Non è mai facile scorgere in questo evento anche l’aspetto di opportunità e di crescita interiore. Ogni malattia mentale ha in sé la possibilità di una guarigione e di un nuovo e più sano adattamento al mondo. L’importante è decidere di farsi aiutare e comprenderne il significato profondo in relazione alla propria esistenza.