Jeeg Robot d’acciaio è un film originale e riuscito. Ben scritto, ben diretto e ben interpretato. Una favole nera ed ironica sulla nostra società. Una rilettura originale e tutta italiana del super eroe giapponese.
IL FILM
Enzo Ceccotti, interpretato da un bravissmo Claudio Santamaria, è un piccolo delinquente che vive di espedienti nella periferia di Roma.
L’uomo si ritrova ad avere una forza sovraumana poiché entra in contatto con una misteriosa sostanza chimica. Non è però ancora un supereroe. La strada per diventarlo è ancora lunga. Enzo è un quarantenne alla deriva che ha ormai perso ogni aspirazione. Nemmeno come criminale è riuscito nella vita. Sarà l’incontro con la fragile e folle Alessia che lo porterà ad assumere gradualmente, e contro la sua stessa volontà, l’idea del bene. Sarà poi lo scontro con un antagonista cattivo a metterlo nella situazione di esercitarlo.
IL SUPER EROE
Cosa farà di lui un supereroe? Cosa fa di un uomo piccolo, senza aspirazioni nè etica, qualcuno che può salvare qualcun altro?
Jeeg Robot d’acciaio è il supereroe per eccellenza per tutta quella generazione di trenta-quarantenni-cinquantenni cresciuta con i cartoni animati giapponesi dalla fine degli anni ’70 in poi. L’invincibile pilota di formula uno che si trasforma in robot e combatte l’antico popolo Yamatai, soggetto alla malvagia regina Himika, è uno dei miti infantili di quelle generazioni che, insieme a pochi altri eroi dei cartoons, hanno segnato l’immaginario di quei bambini che oggi sono nell’ età adulta.
La figura del super eroe rappresenta anche un po’ quella della PERSONA, usando una terminologia analitica, un’identità sociale che richiede di essere sempre politicamente corretti e della parte del bene. Una sorta di ideale dell’Io che impone canoni e standard. Se da un lato Enzo Ceccotti ha rinunciato a tale possibilità ed incarna le qualità negative di una società, dall’altro sarà proprio il suo essere ai margini quello che gli permetterà nella storia di cambiare il suo status.
LA PRINCIPESSA: una figura d’ANIMA
Alessia, giovane e sofferente vicina di casa, con il cui padre Enzo ha delle collaborazioni criminali sarà l’incontro fondamentale che cambierà la sua vita. La ragazza è chiusa in un mondo delirante ed infantile ma, come spesso accade, all’ interno della sua follia delirante c’è anche un pizzico di saggezza che la porta a vedere in Enzo quel “buono” che lui stesso non sa di avere. Sarà lei a coinvolgere il protagonista nell’ idea di poter diventare un eroe positivo che salva degli innocenti.
Come spesso accade anche alle persone comuni, Enzo non crede nelle proprie potenzialità e deve trovare qualcuno che sappia vedere in lui qualcosa che egli stesso non riconosce. E se quel qualcuno è una ragazza affetta da problemi psichiatrici poco importa.
L’ANTAGONISTA: l’OMBRA
Come tutti i super-eroi Enzo-Jeeg dopo avere trovato la sua principessa, la sua proiezione d’Anima direbbe Jung, per essere tale deve incontrare anche il suo antagonista. Lo troverà in Fabrizio detto Lo Zingaro, un piccolo boss locale, crudele e folle. Lo Zingaro, interpretato con grande bravura da Luca Marinelli, è un ragazzo profondamente disturbato e crudele che la moderna psicopatologia definirebbe con l’asettico termine di “disturbo di personalità antisociale”. Come tutti i veri cattivi Fabrizio ha un cuore sentimentale che gli fa amare la musica italiana degli ’80. Anche lui come Alessia è bloccato in un passato certamente traumatico, in un’idea di sé, idealizzata ed infantile, in un edonismo patinato che è figlio di quei mitici e superficiali anni ’80, rappresentati da trasmissioni quali Non è La Rai.
Fabrizio ha l’aspirazione di “diventare qualcuno” e la persegue con tutti i mezzi che la sua folle crudeltà gli suggerisce.
Il personaggio interpretato da Marinelli rappresenta infatti il lato oscuro di Enzo, la sua Ombra intrisa di malvagità, con la quale è indispensabile confrontarsi per poter comprendere se stessi e le proprie potenzialità. A ben vedere tutti i personaggi di questo film rappresentano figure d’Ombra: Alessia, con la violenza subita ed il suo rifugiarsi in un mondo di cartoni animati; Enzo con la sua totale assenza di aspirazioni ed ideali; Fabrizio con il suo furibondo bisogno di riscattarsi da un contesto di miseria. Sono tutti perdenti che cercano a loro modo un riscatto. Ognuno di loro ha reagito diversamente alle aspirazioni frustrate della vita, con la follia la ragazza, con la rinuncia Enzo e con la crudeltà e la violenza Lo Zingaro. Essi incarnano il lato oscuro di una società che dopo avere fatto degli anni 80 l’epoca dell’edonismo e del mito del successo si trova, nei successivi decenni, a vivere nella disillusione e nella paura del futuro.
LA PAURA DEL FUTURO
Il film ha come sfondo una Roma devastata da attentati di non ben precisata ispirazione, che ben descrive il senso di ansia che pervade la nostra società. In questo clima sociale di grande disorientamento e paura, il super eroe non può che essere un ex delinquente, un grigio uomo qualunque privo di aspirazioni ed ideali che deve affrontare per prima cosa il suo profondo senso di inadeguatezza come uomo e ritrovare il senso di una possibilità per sé e per gli altri.
Un piccolo Jeeg Robot d’acciaio alberga in ognuno di noi, così come una piccola Alessia che vuole indossare un magnifico vestito da principessa. In un contesto sociale di grande fatica non è semplice recuperare l’idea del bene comune e del senso della comunità, in cui per salvarsi bisogna stare insieme e rinunciare all’individualismo.
Jeeg deve passare attraverso il fuoco trasformativo dell’amore per Alessia per diventare un uomo che ha “a cuore” le sorti dell’Umanità. Ed ognuno di noi, nel suo piccolo, combatte ogni giorno per essere meglio di quello che è e per uscire dal suo isolamento e vedersi come parte attiva di un’intera società.