Il complesso materno, come si sviluppa l’identità femminile in relazione al rapporto con la madre

Odasso psicologa Torino madre
IL RAPPORTO DELLA DONNA CON LA MADRE

Con il termine archetipo materno Jung si riferisce a tutta la vasta realtà interna dell’individuo  concernente il tema della madre. Scrive JUNG “Come ogni archetipo, anche quello della madre possiede una quantità pressoché infinita di aspetti”.

Esso non si riferisce, infatti, esclusivamente, alla madre reale dell’individuo, ma si allarga fino a toccare tutte le dimensioni in cui la figura e le attitudini del materno si possono declinare, sia in senso positivo che in quello negativo, nella vita di un individuo.

Per quanto riguarda il complesso materno femminile, Jung individua quattro possibili tipologie di donna e del suo rapporto con la madre:

L’IPERTROFIA DEL MATERNO

Avviene quando nella donna si sviluppi un’esagerata tendenza  all’accudimento. La figlia rimane simbioticamente identificata con la madre e declina la propria identità esclusivamente sulla dimensione della maternità; come la madre, essa nasconde dentro di sé un’Ombra legata alla dimensione del potere.

L’ESAGERATO SVILUPPO DELL’EROS

Avviene nel caso, invece, in cui prevalga la dimensione dell’Eros, e “la gelosia verso la madre e il desiderio di soppiantarla diventano i motivi conduttori” della vita della donna. In essa prevalgono la componente dell’istintualità e dell’Eros come motivi conduttori dell’esistenza, a discapito di quella materna. Essa è profondamente inconsapevole e agisce la propria  rivalità con la madre assumendosi il ruolo di amante o cercando inconsciamente situazioni in cui si trova in competizione con un’altra donna.

L’IDENTITA’ CON LA MADRE

La figlia non è consapevole della propria componente istintuale e la proietta sulla figura materna; tutta la sua energia libidica, sia l’Eros che la componente materna, risultano inconsce e, per questo, la donna soffre di un forte senso di inferiorità per tutte le dimensioni legate al femminile.

Colei che proietta la propria identità sulla madre rimane in qualche modo in una situazione di subordinazione e dipendenza da lei; tutta l’energia della donna viene, in qualche modo, risucchiata dall’immagine materna.

DIFESA REATTIVA NEI CONFRONTI DELLA MADRE

La donna che vive la difesa reattiva nei confronti della madre vive intrappolata anch’essa nella dipendenza con la figura materna; tale dipendenza è però caratterizzata da ostilità e mancato riconoscimento reciproco.

E’ in quest’ultima tipologia che Jung riconosce una modalità di strutturazione del femminile definibile come complesso materno negativo; in particolare, quando la donna oppone al prevalere della madre una modalità reattiva, definibile, usando una categoria clinica moderna, come contro dipendenza.

IL COMPLESSO MATERNO NEGATIVO

Parlando del complesso materno negativo Jung identifica nella difesa dalla madre la donna che non trova nel materno una possibilità di identificazione ma rimane invischiata a livello libidico in tale rapporto. Gli sforzi della donna sono legati alla difesa e all’autonomia rispetto ad una madre reale, spesso invadente e prevaricante, da cui però, a livello psichico, non sembra possibile, senza la consapevolezza di tale processo, svincolarsi.

La donna rimarrebbe, allora, energeticamente legata a tale figura, sebbene vissuta come negativa e senza trovare la possibilità di un’identificazione sana con essa.

In questa tipologia di donna, la sfera dell’istintività femminile sarebbe fortemente danneggiata, mentre ne prevarrebbe una più intellettuale in cui la madre non può trovare posto.

Quando compare il complesso materno negativo la donna ha difficoltà a gestire se stessa in relazione alla sessualità e/o al tema della maternità. Talvolta può accadere che il suo corpo si ammali in quegli organi che sono strettamente correlati con questi temi. In generale avrà difficoltà nel relazionarsi con se stessa e con la sua femminilità.

E’ fondamentale, in questi casi, fare un lavoro su di sé per riappropriarsi delle dimensioni, quella sessuale e quella della maternità, che un rapporto negativo con la madre può avere causato.

E’ un lavoro spesso lungo e doloroso quello che avviene in analisi ma offre alla donna la possibilità di riconoscersi e di ritrovare parti di sé che altrimenti non avrebbero modo di esprimersi.