Negli ultimi anni c’è stato un notevole incremento nella diagnosi e del supporto dei bambini affetti dai disturbi dell’apprendimento (Disturbo da deficit attentivo, dislessia, disgrafia, discalculia). Il mondo della scuola diviene infatti sempre più complesso e richiedente lasciando indietro alcuni bambini che hanno una fragilità. Questo può creare un senso di svalutazione e l’idea di non essere all’altezza nei bimbi che restano indietro.
Una diagnosi precoce rende possibile supportare il bimbo nel suo percorso scolastico fornendogli gli strumenti necessari per affrontare le sue difficoltà e percorrere ugualmente il proprio iter. Al contempo c’è il rischio che sempre più bambini vengano diagnosticati alla prima avvisaglia di difficoltà scolastica per placare l’ansia del genitore.
L’ANSIA DEL GENITORE
Il genitore deve imparare a non proiettare la propria ansia sul figlio per permettergli di “entrare nel mondo”, quello della scuola e quello più ampio della vita, convinto di avere la capacità di farcela a prescindere dalla presenza o meno di un deficit. Questo è il regalo più importante che gli può fare al proprio figlio.
Quando un genitore si accorge che suo figlio ha dei problemi a scuola spesso si trova ad affrontare un forte senso di impotenza e frustrazione perché non sa come rapportarsi al bambino. La diagnosi da un lato mette un punto da cui ripartire, dall’altro può causare nel bimbo una perdita di interesse nella scuola o giustificare un atteggiamento disfattista rispetto a se stesso e alle proprie capacità. Il genitore deve fare uno sforzo per rassicurare il bambino sulle propie capacità e sulla possibilità di farcela.
L’ASPETTATIVA DEL GENITORE
E’ bene ricordarsi che i bambini percepiscono le emozioni dell’adulto e che facilmente ne vengono influenzati. Quando per il genitore “andare bene a scuola” è un tema importante il bambino che non riesce a farlo se ne sentirà svalutato e avrà paura di deluderlo; se invece il genitore tende a giustificare sempre il figlio, dando la colpa agli insegnanti “che non lo capiscono e che non lo aiutano”, tale atteggiamnto creerà la pericolosa convinzione nel bambino di poter evitare di fare del proprio meglio. Certamente ci saranno dei casi in cui qualche insegnante puo’ avere un atteggiamento poco adeguato ma il genitore non deve essere portato a criticare a priori gli insegnanti ed a cercare giustificazioni quando il figlio non riesce.
Il mondo della scuola è il primo passo che il bimbo fa da solo nella società, quindi è bene che impari a capire che non sempre tutto nella vita è semplice o privo di fatica. Il genitore deve essere attento a cogliere eventuali segnali di difficoltà ma anche fare in modo che il bambino scopra le sue risorse e la propria capacità di farcela.
COME COMPORTARSI
L’atteggiamento corretto da avere nei confronti del proprio bambino e comunicargli serenamente che ognuno ha della capacità e dei limiti, che ognuno deve impegnarsi al massimo per fare del proprio meglio, e che ci saranno sempre cose che riusciamo a fare meglio ed altre che richiedono più impegno e più difficoltà. Invece di concentrarsi sulle difficoltà del filgio il genitore deve valorizzare le attività in cui il bimbo riesce e spronarlo a fare del proprio meglio anche in quegli ambiti che sono per lui più difficili.
IL BISOGNO DI ESPERIENZE IN AUTONOMIA
Capita spesso che il genitore nel tentativo di aiutare il figlio tenda ad affiancarsi al bambino in modo eccessivo. E’ fondamentale essere attenti alle difficoltà dei propri bambini ma anche lasciare loro lo spazio per fare esperienza di sé e degli altri in autonomia. Ci deve essere sempre un margine di libertà e solitudine in cui il bimbo prova a fare le cose da solo per poi magari avere un riscontro a fine giornata con il genitore. Essere presenti e dare un aiuto è importante ma non deve diventare un sostituirsi al figlio perchè se no gli si comunica che non è in grado di farcela con le proprie risorse.
Trovare il giusto equilibrio fra bisogno di essere presenti ed attenti e lasciare uno spazio di autonomia non è semplice ma è la strada milgiore per permettere ai propri figli di costruisi un senso di autostima ed una percezione di sè adeguata e realistica.