POVERE CREATURE…una lettura simbolica sul femminile

Odasso psicologa Torino

Poor things, uscito in Italia con il titolo di Povere Creature è un film di Yorgos Lanthimos estremamente interessante  che arriva nelle sale dopo il grande successo di Barbie a suggellare un anno cinematografico in cui il tema del femminile e delle donne sembra essere centrale nella coscienza collettiva.

Un film molto atteso dagli amanti del regista e dal pubblico grazie ad un’ampia e costosa  campagna pubblicitaria. Un film molto ben confezionato che parla di emancipazione femminile. Il vasto successo dell’opera nei termini della coscienza collettiva, significa che l’archetipo in questione, quello del femminile, ha molta energia e catalizza contenuti e riflessioni; agli elementi coscienti dell’archetipo si affiancano, come sempre,  dei lati ombra che rimangono o ritornano inconsci.

In questo periodo il tema del femminile torna centrale come sembra dimostrare la forte attenzione mediatica sui fatti di cronaca e sul neologismo del femminicidio ed anche sul successo di diversi film che portano questa tematica. Ci sono però ampie zone di retorica nel modo in cui si parla delle donne e del femminile come anche zone di ombra che disconoscono temi importanti in relazione all’argomento.

Ci tengo a chiarire che in questa lettura simbolica del film  che il femminile, così come il maschile, non coincide tout cour con la donna o con l’uomo ma è un archetipo che si articola in tutte le sue possibili declinazioni sia nella donna che negli uomini.

Veniamo al film

LA TRAMA

Bella Baxter, interpretata dal brava e pluripremiata Emma Stone, nasce dal corpo del cadavere di una donna morta suicida, nel quale viene impiantato il cervello del feto che portava in grembo quando si è uccisa. Si sprecano in tutto il film le simbologie ed i paragoni letterari, che qui vi risparmio per venire al sodo di alcune considerazioni di carattere psicologico.

Bella, così come Atena, nasce dalla testa sapiente di uno scienziato, Godwin Baxter; al contempo però la protagonista è anche madre di se stessa. Ci sono nella mia lettura, 2 istanze nel film: una è il tema dell’emancipazione femminile, l’altra quella, a mio avviso, del rapporto ancora presente del femminile e della donna con un maschile ancora fortemente patriarcale.

Il rapporto fra Bella e il padre è caratterizzato da estremo affetto. L’uomo vorrebbe dapprima condurre la vita della “figlia”, scegliendo per lei un marito, ma poi accetta di lasciare alla ragazza lo spazio di crescere e di sperimentarsi nel mondo lontano da lui.

Bella inizierà un percorso di conoscenza di sé che passa attraverso il corpo e l’espressione libera della sua sessualità per approdare ad una possibilità di pensiero scientifico ed etico e alla decisione di diventare un medico come il padre. Una parabola di liberazione di sé che ha entusiasmato il pubblico grazie anche ad una regia sapiente e particolare. Interessante ad esempio l’uso del grandangolo per le inquadrature di quasi tutto il film che sembra dare una lettura distorta della realtà.

Il mondo dipinto da Lanthimos è, come sempre, distopico e fantasmagorico; bellissimi gli abiti e le ambientazioni, che ben descrivono lo stupore e la meraviglia di Bella,  mente di bimba racchiusa in un corpo con desideri ed impulsi da adulta. Sarà proprio seguendo tali impulsi che Bella consocerà il mondo e con esso gli uomini e se stessa.

IL VIAGGIO COME PROCESSO DI INDIVIDUAZIONE

Il processo di individuazione, teorizzato da Jung negli anni ’20,  racconta come nel suo sviluppo l’Io proceda per fasi in cui si confronta con diversi archetipi e complessi: la Persona, l’Ombra, l ‘Animus/Anima, il Sé.

Non è certo mia intenzione semplificare un concetto intuitivo ma anche molto complesso; ci basti dire che la nostra eroina nel corso del film conoscerà nuove parti di sé attraverso le esperienze e gli incontri della sua vita e lo farà al di fuori degli schemi sociali previsti per la donna nella Londra di fine ‘800.

Il viaggio individuativo di  Bella attraversa diverse tappe, ognuna segnata da incontri e scoperte che il regista caratterizza con diverse città. In ognuna di queste tappe Bella avrà una controparte maschile, un partner, che rappresenta anche il suo momento psicologico.

LISBONA: LA LIBERAZIONE DEL PIACERE

Nella prima parte del film Bella incontra Dunkan, un seducente avvocato, interpretato dal bravo Mark Ruffalo, che la convincerà a partire con lui per Lisbona conto il volere del padre. In questa prima tappa la protagonista è libera di sperimentare il piacere del sesso e del corpo. Poiché si addentra in tale scoperta senza la consapevolezza delle norme e dei veti culturali dell’epoca questa prima parte del viaggio viene caratterizzata da pura gioia ed egocentrismo infantile. Dunkan l’avvocato narciso che la seduce è un partner/Animus seduttivo e goliardico che la conduce in un’assolata e sensuale Lisbona. L’uomo rappresenta,  al contempo, anche un maschile prevaricante che vuole tenere Bella ancorata ai suoi desideri e al suo volere. La libertà data dalla carne ha dunque i suoi  limiti perché non può bastare al processo individuativo.

L’ATTRAVERATA IN NAVE, L’ETICA E LA FILOSOFIA

Dopo una luna di miele estatica e sensuale il rapporto tra Bella e Dunkan sfiorisce. La donna diviene consapevole della pochezza dell’uomo e inizia ad immaginare di esplorare il mondo senza di lui. Padrini di questo processo di individuazione da un Animus seduttivo e violento sono 2 personaggi incontrati nel corso di un’attraversata in nave, avvenuta a seguito del rapimento di Bella da parte dell’amante che non può tollerare la libertà sessuale della ragazza; si svela qui tutto il suo bisogno di potere sulla donna e la sua fragilità.

Durante la  lunga crociera la ragazza incontrerà un’anziana ricca donna, interpretata da Anna Scigulla, che viaggia insieme ad un cinico accompagnatore; entrambi i personaggi le apriranno la mente ad un pensiero filosofico e a considerazioni sul mondo più complesse. La ricca viaggiatrice rappresenta un femminile saggio ed indipendente dall’uomo che ha ormai superato la fase del piacere legato esclusivamente al sesso. Il suo accompagnatore è un giovane cinico e nichilista che porta Bella a conoscere le brutture del mondo. Bella scopre il dolore dato dal senso di impotenza e l’ingiustizia in un mondo dove pochi hanno molto e molti muoiono di stenti, aprendosi a temi etici ed universali.

Terminata la Crociera, simbolicamente un richiamo al viaggio interiore  di Pinocchio o di Jona nel ventre della balena citato da Jung, Bella è pronta per lasciare Dunkan.

La protagonista del film sceglierà di rimanere a Parigi da sola e di sostenersi facendo la prostituta in un bordello. Bella, dunque, cresce e si modifica soprattutto grazie alla conoscenza del suo corpo e della sessualità. Questo passaggio è fondamentale poiché rimette in gioco una tematica femminile e femminista che pur avendo i suoi albori nella rivoluzione sessuale degli ’70, sembra oggi arretrare davanti istanze storiche e politiche oscurantiste.

PARIGI: L’INCONTRO CON L’OMBRA

Nella casa di Madame Swiney la protagonista scopre come il piacere ed il dolore o il disgusto siano separati da sottili margini. Si inoltra in quella che junghianamente potremmo definire l’ombra di se stessa. Scoprirà parti di se stessa ancora ignote e talvolta scomode  che la porteranno comunque ad un’evoluzione ed a un cambiamento.

Nel concetto di Ombra troviamo sia il rimosso di Freudiana memoria (traumi, esperienze infantili) ma anche tutto ciò che non conosciamo di noi, sia in senso  positivo che negativo. L’Ombra ci completa ed arricchisce.

Sempre a Parigi Bella incontra un’amante socialista anch’essa prostituta, che la inizia ad una riflessione ed a una nuova consapevolezza politica. Diviene sempre più solida ed argomentata la sua consapevolezza di essere un soggetto sociale e di fare parte di un collettivo. La protagonista comprende di potersi autodeterminare e di poter scegliere per se stessa.

LONDRA: DALL’EROS AL LOGOS

Il percorso di Bella tocca un’evoluzione che parte dalla conoscenza del corpo fino a giungere al Logos, definito come  il principio del pensiero in contrapposizione all’ Eros, che rappresenta l’energia dei legami e delle relazioni.

Bella sviluppa la consapevolezza del suo Eros, da sempre considerato come una caratteristica femminile, ma anche, una possibilità di pensiero, un Logos. Entrambi i termini, Logos ed Eros,  sono utilizzati da una letteratura psicologica tradizionale come elementi distintivi il primo degli uomini e il secondo  delle donne.

Compito delle donne nel proprio percorso individuativo sarebbe dunque quello di sviluppare il Logos, la capacità di ragionare ed agire del mondo mentre per gli uomini sarebbe il contrario; l’uomo avrebbe il compito per diventare completo di sviluppare il suo Eros inteso come capacità di emozionarsi e di stare nella relazione.

Nel film il concetto di Eros sembra legato fondamentalmente al tema sessuale e non ad una visone di più ampia di respiro relazionale; in questo senso il personaggio appare interessante poiché il suo rapporto con il mondo ed il corpo non è mediato dalla Persona, che può essere intesa anche come quella serie di regole sociali che si apprendono nell’infanzia a seguito dell’educazione sul come comportarsi. La Persona ha quindi una funzione sociale importante. perché ci permette proteggere la nostra intimità.

E’ interessante segnalare che nella lettura del regista, il Logos di Bella, il suo pensiero e la sua visione del mondo, si evolve così come si è evoluto nel secolo scorso il pensiero politico e sociale, in cui ai regimi monarchici/teocratici si sono sostituite ideologie politiche legate al socialismo ed al marxismo e poi, infine, alle democrazie, in cui ogni cittadino dovrebbe avere diritti e doveri alla pari con tutti gli altri.

L’epilogo del film vede la protagonista libera di scegliere il suo destino e la sua professione.

Bella, liberatasi da un ulteriore uomo sadico e violento (il marito della prima versione di sé, che scelse di uccidersi pur di non sottostare ad un’esistenza segnata dalla sopraffazione e della violenza) decide di diventare un medico, seguendo le orme dell’amato padre ormai scomparso. Al suo fianco ci sarà un uomo rispettoso delle sue scelte e del suo passato che non vuole paternalisticamente condurla o possederla ma semplicemente viverle accanto.

PATRIARCATO ED INDIVIDUAZIONE FEMMINILE

Il film è senz’altro un inno alla libera espressione di sé, al di là degli stereotipi imposti dalla cultura dominante e sembra colpire nel segno soprattutto in merito alla libertà sessuale della protagonista che decide di fruire in libertà del proprio corpo e del proprio piacere anche quando esso diviene il suo mezzo di sostentamento economico in un bordello di Parigi.

La critica al patriarcato e agli stereotipi sembra palese così come anche l’affermazione della donna a gestirsi nel mondo in libertà alla ricerca di sé del piacere ma anche di un pensiero autonomo sulla vita.

Questo il tema esplicito mentre si nascondono nel ricco ed articolato mondo di Lanthimos altre possibili letture simboliche.

GLI UOMINI DI BELLA

Quasi tutti gli uomini di Bella nel film sono personaggi stereotipati e “tristi”; essi vengono a rappresentare una controparte maschile della giovane donna, dei partner ma anche degli Animus della sua psiche femminile.

IL DIO PADRE

Il primo è naturalmente Godwin padre il cui nome la dice lunga sulla sua simbologia, un Dio creatore che genera la figlia e che vorrebbe trattenerla con sé per tutta la vita in un mondo costruito ad hoc per lei. Il sentimento che lega il padre alla figlia è affettuoso ma paternalistico. Godwin dà la vita a Bella ma vorrebbe decidere per lei. Lui stesso, come si scoprirà nel film, è stato vittima di una padre folle che ha fatto di lui un mostro in nome della scienza.

Godwin, interpretato da un bravo Willem Dafoe, può quindi essere letto in chiave junghiana come un Animus padre che fatica ad accettare l’indipendenza e l’autonomia sella donna.

Godwin è il rappresentante di un pensiero maschile patriarcale, figlio dello scientismo e dell’illuminismo. Correnti culturali che ancora oggi caratterizzano il pensiero occidentale della nostra società. Un Dio votato alla scienza ed amputato dal padre dei suoi attributi, che sembra condurre al suo estremo il pragmatismo scientifico, allontanandosi sempre più da una riflessione etica e spirituale sul fare scienza.

Con Godwin Ella è una figlia-bambina.

IL SEDUTTORE NARCISISTA

Dunkan Wedderburn è incapace di rispettare Bella come donna autonoma. Un uomo di base molto fragile che ha bisogno di conferma e di avere potere sulla sua partner.

Dunkan dapprima seduce Bella per poi innamorarsi di lei e volerla sposare. Il suo personaggio è spinto sostanzialmente dal bisogno di possesso della ragazza e finirà per impazzire perché non riesce ad imbrigliare Bella ed il suo bisogno di scoprire se stessa e di autodeterminarsi. Questo personaggio rappresenta dunque un Animus ego centrato così come è ego centrata ed infantile la protagonista in tale fase.

IL MARITO SADICO

Il Primo marito di Bella, quando ancora si chiamava Vittoria, appare sul finire del film, una sorta di prequel, uno scorcio narrativo sull’inizio della vicenda della protagonista.  Vittoria era sposata con un uomo sadico e maligno che, dopo averla ritrovata nei nuovi panni di Bella, vorrebbe legarla a sé per sempre attraverso la mutilazione genitale, toglierle il piacere che tanta importanza ha avuto nel suo processo di individuazione nel mondo.

Bella/Vittoria è, in questo rapporto, una vittima ed il marito un Animus sadico e maligno. Si spreca, soprattutto in questo periodo, la bibliografia sul tema dei narcisisti maligni; basti dire come questa tipologia di uomini ed di Animus porti le donne a perdere il contatto con se stesse e le imprigioni in situazioni, reali e psicologiche, in cui svengono svalutate e schiacciate.

Bella ritrovata dal marito decide di seguirlo per sanare il suo bisogno di conoscenza nei confronti dell’universo maschile e della vita passata della donna che le ha dato vita, uccidendosi. Dopo essere sfuggita all’ennesimo uomo che vuole imbrigliare il suo desiderio di vivere e sapere deciderà di sposarsi con Max Mc Candles, aiutante del padre e suo badante nei primi mesi di scoperta di sé a casa di God.

L’ANIMUS POSITIVO

Max rappresenta per la protagonista, finalmente, un maschile “sano”, che permette le permette di inseguire il suo sogno di diventare medico e che non la giudica per le esperienze di vita precedenti. L’Animus è quell’istanza interna della donna che racchiude l’energia del fare del mondo, al di fuori delle mura domestiche e che le permette di portare avanti i propri progetti. Un Animus sano, così come un compagno di vita “sano” è rispettoso delle caratteristiche della donna e la supporta in modo che essa riesca a realizzarsi anche dal punto di vista professionale.

La parabola di vita di Bella sembra dunque concludersi in modo positivo, anche se rimangono in sospeso nel film alcuni nodi in merito alla donna che è stata prima di uccidersi.

LA MORTE COME PASSAGGIO DI TRASFORMAZIONE

Bella può nascere poiché la donna che possedeva il suo corpo ha deciso di uccidersi per mettere fine ad un’esistenza in cui si sentiva disperata. La morte quindi come simbolo di trasformazione e rinascita. Un femminile che muore e rinasce divenendo madre di se stesso, poiché il cervello del feto che la donna portava in grembo viene inserito nel suo corpo cadavere.

Bella in qualche modo ripartorisce se stessa ma non lo fa dall’utero ma dalla testa. L’epilogo del film sembra quindi veleggiare in modo positivo verso una felice individuazione ed emancipazione raggiunta. Ma Bella è veramente un icona femminista?

Quello che colpisce in chiusura sembra però essere la mancata riflessione sul tema della maternità. Questo ovviamente non dal punto di vista narrativo, già molto complesso, ma da quello di una lettura simbolica sull’opera.

LA MANCATA MATERNITA’

Al capezzale del padre morente Bella si riconcilia con God ma non sembra esserci nessun cenno sul tema della sua mancata maternità della madre morta suicida. Il Principio individuativo che conduce la sua trasformazione parte dunque da una mancata gravidanza, da un rifiuto del Bios corporeo e delle sue leggi.

Si apre  un grande tema lasciato in ombra da questo ideale processo individuativo. La donna può diventare padrona del suo piacere e dei suoi pensieri ma da questo viene tagliato fuori il femminile legato al tema del materno. A ben vedere così è stato in modo drastico e reattivo in tanta parte del pensiero femminista dello scorso secolo ed ancora oggi, spesso, la donna è scissa tra il tema della maternità e quella della vita lavorativa.

La profonda cicatrice che segna il corpo della protagonista non può essere indagata.

La vita della protagonista procederà felicemente con la scelta di studiare medicina, di diventare quindi un medico come il padre. Quello che però non si dice è che la scelta di morire della prima versione di sé stessa è anche legata alla sua volontà di non volere un figlio in una condizione di vita infelice. Si aprono qui temi etici sul tema dell’autodeterminazione della donna che non hanno spazio nella trama del film.

BARBIE VERSUS BELLA

Per tornare al parallelismo iniziale sui personaggi femminili che animano questa stagione cinematografica sorgono ulteriori osservazioni condivise per ampliare il dibattito e non certo per chiuderlo in inutili paragoni.

Là dove Barbie sembra arrivare a termine della sua parabola di crescita con il possesso di un utero, fermandosi quindi all’ acquisizione di possibilità generativa e di piacere ancora tutta da esplorare, Bella Baxter sembra concentrare il suo processo di emancipazione sul tema del piacere e della possibilità di esercitare un Logos, una possibilità di pensiero scientifica ed etica. Entrambe le eroine fanno un percorso in qualche modo inverso l’una rispetto all’altra.

La riflessione sul tema del femminile sembra essere estremamente vitale e creativa, segnale che la coscienza collettiva ha ormai pienamente accettato alcune trasformazioni sociali e psicologiche.

Nonostante questo permane la sensazione della predominanza di un pensiero e di una visione  ancora dominata dal maschile in cui poco spazio abbia un pensiero femminile con le sue specificità. Non sembra essere un caso che il regista di quest’opera sia un uomo, come anche l’autore del libro da cui il film è stato tratto.

Lanthimos con maestria evidenzia in tutti i suoi films le ampie contraddizioni della nostra società e della nostra cultura e lo fa con attento spirito di osservazione. Bella è un eroina romantica che entusiasma il pubblico e che ci propone un’ideale di realizzazione positivista; un’eroina descritta dagli uomini e dalla loro visione maschile.

Ben sappiamo come le nuove generazioni abbiamo ormai abbracciato temi genderfluid e nuove aperture di senso, che tutti ci interrogano sia dal punto di vista intellettuale etico e morale. Bella sancisce per la protagonista la possibilità di avere un pensiero maschile e di poter scegliere di svolgere una professione culturalmente identificata con agli uomini ma rimangono aperti ed inesplorati tanti temi ancora in relazione alla donna ed al femminile.